Le storie sono fatte dalle persone, per questo anche quando si assomigliano sono sempre diverse.
La nostra assomiglia a quella di tanti, una di quelle che si sentono sempre più spesso: a un certo punto un uomo e una donna, non soddisfatti dalla vita metropolitana, decidono di andare via dalla città e con i figli si trasferiscono in campagna.
Però è la nostra storia, e in effetti qualcosa di diverso ce l’ha.
Bisogna partire dai libri: Federico è un libraio di Roma, ha fondato Fahrenheit 451 di Campo de’ Fiori, tra le prime e più solide librerie indipendenti d’Italia, che ha una sua omonima casa editrice. Margherita è pugliese ma si è laureata in Scienze della Comunicazione a Bologna e fa la editor alle edizioni e/o.
Si conoscono a Torino durante un Salone del libro.
Per molti anni lavorano insieme in ambito culturale, organizzando eventi e curando la manifestazione Libri in campo. Poi, le stagioni musicali del jazz club La Palma e i suoi festival internazionali. Nascono due figli, Lorenzo e Paolo.
A un tratto la decisione di lasciare la città e la scelta di trasferirsi in un luogo estremo: un’isola di 300 abitanti, grande meno di un km quadrato: Ventotene.
È una rivoluzione copernicana e l’inizio di un apprendistato con la natura che insegna molte cose: la pazienza, la sconfitta, l’imprevedibilità, il sapersi inventare tutti i giorni, la capacità di adattamento e, soprattutto, il limite.
In un luogo dove anche i collegamenti con la terraferma sono subordinati alle condizioni atmosferiche, questa è una lezione che si apprende presto e che illumina tanti aspetti della vita di tutti i giorni.
A Ventotene si fanno promotori della Comunità dei Contadini per Terra Madre e della rete internazionale delle Isole Slow, il network di Slow Food che unisce le isole minori del Mediterraneo.
Dopo un po’ le esigenze della famiglia rendono complicata la permanenza a Ventotene: i ragazzi, dopo aver trascorso un’impareggiabile infanzia sull’isola, devono cambiare scuola.
Da qui la decisione di spostarsi altrove e dar vita a un progetto più ambizioso: un’azienda agricola multifunzionale biologica in un posto dove la natura fosse il più possibile intatta e la dimensione selvatica avesse grande spazio, in Umbria.
Le storie ce le portiamo dietro, vengono con noi e ci aiutano a scrivere quelle successive.
La storia di Casa Vespina parte da qui.
Il futuro è un campo aperto.